Quando si parla di correttezza si fa riferimento ad un concetto il cui contenuto non è proprio uguale per tutti. Per alcuni essere corretti significa rendere soddisfatto l’altro dandogli una informazione che gli piaccia, anche se l’informazione che viene data in realtà è frutto di una elucubrazione mentale esternata più per autocompiacersi che per aiutare l’altro. Per altri, invece, essere coretti significa, costi quello che costi, dire cose che possono anche non piacere all’altro ma corrispondenti alla verità e magari fanno crescere veramente chi ha richiesto una nostra informazione.
Questo è il caso, in relazione ala Bibbia, di quando si fa esegesi o eisegesi. Si tratta di due termini simili nella forma ma profondamente diversi nel significato. Il termine esegesi indica quanto lo studioso di Bibbia (ma anche di altre discipline umanistiche e scientifiche) cerca di capire il messaggio di quel testo che sta leggendo e studiando. In parole povere: cerca di capire cosa quel testo dice. L’eisegesi invece è altro: fare dire al testo ciò che esso non dice ma che piace perché fa colpo sull’altro e magari fa dire “quanto è bravo questo signore che mi spiega in questo modo la Bibbia”.
Purtroppo anche per la Bibbia bisogna stare attenti alle fake news: se ne sentono così tante in giro da fare raddrizzare i capelli. Si riduce la Bibbia ad una vecchia chitarra scordata dalla quale esce sì una musica ma stonata, bisogna abituarsi ad avere orecchio! Attenti, dunque a coloro, che spiegano la Bibbia per auto compiacersi: non parlano di Gesù ma di se stessi!
Fatemi sapere cosa ne pensate.